F 4J Phantom “Show time 100”
Hasegawa 1/48
Come un po’ tutti noi modellisti, avevo in giacenza sullo scaffale una scatola che aspettava solo il momento giusto per essere aperta e cominciata. È il caso di questo F 4J Phantom “Show Time 100”, della Hasegawa, uscito ormai diversi anni fa, ma che non avevo intenzione di cedere o sostituire nemmeno con stampi più recenti, per puro principio!
La molla è scattata quando ho avuto per le mani il set di dettaglio per il cockpit, prodotto da Eduard, davvero sublime, impeccabile e ricchissimo di dettagli, peccato solo fosse stato progettato per lo Zoukei Mura.
Ovviamente vasca e pannelli strumenti, colorati prima di chiuderli in fusoliera.
Da qui in poi non mi sono inventato nulla di nuovo, ma ho proceduto con minuziosità ad una tecnica che in passato avevo solo in parte sperimentato. Con del bianco, abbastanza diluito, sono andato a riempire l’interno dei pannelli, con movimenti ondulanti e variando spesso la distanza del flusso di colore, andando così a formare delle linee curve in continuo cambio di spessore. Un bel effetto quasi “marmorizzato”. Questi segni li ho portati al limite delle incisioni dei pannelli, lasciando i canali il più possibile scuri, e cercando dove possibile, di schiarire sempre di più verso il centro.
Tornando alla zona superiore, ho quindi passato il grigio chiaro, sempre a più mani, molto diluite, fino a che non ho ottenuto il risultato sperato, riempiendo quasi ogni pannello singolarmente, per ottenere un certo movimento della vernice.
Qualche mano di lucido a protezione, e visto che era partito come un lavoro sperimentale, ho deciso di dipingere la coda senza usare le decals. Ho fatto una loro fotocopia, che poi ho usato come base di partenza per ritagliare le sagome su un foglio di acetato.
Altri stencil li ho creati per le scritte NAVY e NG, mentre per tutto il resto ho usato le altre decals a corredo del kit.
Le coccarde, risentivano un po’ dell’età e, nonostante i vari trattamenti al sole per farle tornare candide, le stelle bianche risultavano sempre un po’ giallastre, così dopo averle stese, ho dato ancora mani di lucido a protezione. Ho poi mascherato ogni singola stella con il post-it, che ha una bassissima adesività e mi ha permesso di lavorare serenamente, e ho spruzzato il bianco. Lo stesso ho fatto con le bande delle stesse insegne.
Ho preferito usare la tecnica del dry brush, scaricando molto il colore ad olio sulla carta assorbente, per poi andarlo a depositare ad hoc, con un pennello vecchio e dalle setole aperte, sui punti più opportuni.
Per smorzare eventuali zone troppo marcate, con lo stesso pennello, ma leggermente imbevuto di sola acquaragia, sono andato a picchiettare l’olio depositato, in modo da espandere e sfumare il colore.
Per la zona metallica dietro e sopra gli scarichi ho usato gli smalti Humbrol come base, per poi andare a simulare le alte temperature, prima con i trasparenti acrilici, e poi sempre con gli olii per effetti bruniti.
Ogni difficoltà affrontata è stato uno stimolo e un esperienza per non ripetere gli stessi errori con il prossimo modello! Forse…
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