UH 1N IDF – Israele

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AB 212 Israele

UH-1N IDF Israeli Defence Force
Italeri 1:48

La versione israeliana di uno dei più diffusi elicotteri della famiglia “Huey”.

Ho acquistato questo modello per riprodurre la bellissima versione della Marina Militare Italiana. Cominciai quindi a cercare la documentazione per riprodurre le varie modifiche che questa versione comporta, principalmente il radar a “pentola” sopra il tetto.

Durante la ricerca mi capitarono sottomano molte colorazioni di diversi paesi, tra queste la nuova livrea della polizia italiana. Volevo fare quella… ma poco dopo vidi le mimetiche dell’aviazione israeliana, sia la classica tre toni che quella in marrone. Io sono un patito della mimetica a tre toni di questa nazione, per me è la più bella di tutte: verde, marrone e sabbia.

Provai a cercare le varianti e le modifiche che questa versione poteva comportare: non l’avessi mai fatto! Non ne trovai una uguale all’altra: interni con tutti i sedili o parzialmente mancanti, oppure sedili singoli con vari accessori a seconda del reparto e della specialità. Alcuni avevano sul traliccio di coda la classica antenna del nostro AB 205 a zig-zag ma alcuni ce l’avevano a sinistra, altri lineare sulla destra… roba da mettersi a piangere. Ma continuai le ricerche e intanto nella mia mente prendeva forma la versione finale. Cominciai quindi la costruzione di questo velivolo.

INTERNI

Dopo aver deciso quale struttura interna produrre, cominciai ad eliminare i due pannelli con i finestrini, perché questa versione ne è priva ed a costruire con plasticard quelli nuovi, sagomando i due pezzi seguendo la linea della fusoliera. Successivamente, usando del plasticard, preparai i longheroni dei portelloni; quelli sulla parete interna di fusoliera immediatamente dietro ai piloti li feci usando fogli di ottone da 0,5 mm. (foto 4, 5, 6, 7)

Sempre in Ottone sono stati costruiti i due corpi gambe dei sedili laterali, usati per alloggiare materiale. (foto 8, 9 e 10). Realizzate queste parti, iniziò un lavoro che mi fece perdere molto tempo e, qualche volta, scappare anche qualche imprecazione: le cinture e le fibbie… tremendo!

Terminato quel lavoro mi dedicai al pavimento, al soffitto ed al pannello copri motore. Applicai un lavaggio di nero passando poi le parti incise con china color seppia; prima che si asciugasse provvidi ad assorbire il liquido in eccesso con uno stecchino e un po di cotone arrotolato sulla punta, strisciando leggermente lungo le incisioni e ai limiti delle zone dove cambiava la tonalità del colore. (foto 9, 10 e 14). Più tardi, con gessetti di tonalità grigia e un pennello piatto rigido, cominciai ad ombreggiare. Alla fine di questi passaggi ripresi la china seppia e con l’aerografo rimarcai ancora una volta le zone precedentemente fatte.

Arrivò il momento di fare un pre-assemblaggio dell’interno per controllare, verificando le foto originali, la lunghezza delle varie cinture e posizionandole con varie curvature, oltre a correggere altri particolari. Il lavoro di dettaglio fino a questo punto era stato molto lungo ed impegnativo, ma con il pre-assemblaggio si cominciava ad essere ripagati della fatica. (foto 11, 12, 13, 14, 15)

Venne poi il momento della cabina: i sedili dei piloti, il cruscotto e altri dettagli di questa zona. Mancava ancora una cosa da costruire, le cuffie (quelle dei piloti e quelle nel vano di carico, alle quali avrei aggiunto il classico cavo a spirale a penzoloni) e l’interfono, dislocato sulla parte sinistra vicino allo sportello, dove sarebbero stati collegati i cavi delle cuffie. (foto 18, 19, 20, 21, 22)

Prima di fissare l’interfono e i cavi e chiudere le due mezze fusoliere dovevo ancora autocostruire gli estintori posti su entrambi i lati vicino ai portelloni. (foto 23 e 24)

Finalmente si poteva chiudere il tutto all’interno delle semi-fusoliere!

 

 

ASSEMBLAGGIO FINALE

Dopo aver ricontrollato il tutto feci una prova di chiusura a secco per evidenziare eventuali incastri non perfetti, piegatura dei cavi delle cuffie, adattamento della base dei longheroni sul pavimento, eccetera. Poi ho chiuso il tutto ritoccando eventuali eccessi di colla e colore. L’effetto migliorava sempre di più. (foto 25, 26, 27, 30)

DETTAGLI ESTERNI

Cominciai il lavoro all’esterno del Kit, quello di dettaglio che distingue questa versione dalle altre. Forai la parete che avrebbe alloggiato il lanciatore di chaff e il traliccio di coda per inserire i perni dell’antenna, oltre a rifare il pattino di coda in metallo.
Riprodussi in ottone la seconda antenna a pinna di squalo (da posizionare sopra il cofano motore), la luce rossa a “ciliegia” subito dietro l’antenna, le due antenne sul musetto, gli anelli di fissaggio sul pattino e le pedane di salita che erano in dotazione su questa versione. (foto 28, 29, 31, 32, 33)

nella parte inferiore dell’elicottero sono stati aggiunti:

  • un secondo faro di navigazione annegato in fusoliera
  • un faretto sul lato destro
  • quattro ganci di ancoraggio
  • altre due antenne
COLORAZIONE

Arrivò poi la parte che più mi piace quando creo un modello: la mimetica. Per la colorazione ho scelto i colori della Gunze (per me i migliori). La parte inferiore è in azzurro FS. 35622 (H-314). Le parti superiori: sand FS. 33531 (H-313), green FS. 34227 (H-312), brown FS. 30218 (H-310).
Le decals sono della Isra Decal, foglio IAF-3.

A colorazione terminata provvidi all’invecchiamento. Come per il trattamento eseguito negli interni ho evidenziato con un pennino e la china color seppia tutte le incisioni dei pannelli, questa volta senza asciugarle. Subito dopo trattai, sia le incisioni che alcuni altri punti, con polveri di gessetto, per evidenziare una leggera usura. Quindi con l’Aerografo spruzzai poi la china sulle incisioni precedentemente trattate e sulle griglie delle prese d’aria per simulare una leggera sporcizia. In ultimo il leggero sporco di fumi causato dagli scarichi che su questo tipo di velivolo va a deporsi maggiormente sul traliccio.

Franco Callegari