IL-40 Brawny P – Amodel 1/72

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IL 40 P Gianni B

IL-40 Brawny P

Amodel – 1/72

 

IL 40 P Gianni B

 

UN PO’ DI STORIA

Dell’IL-40 Brawny P non conoscevo nemmeno l’esistenza e quando l’ho visto per la prima volta su FB, considerando la mia passione per i prototipi, mi sono detto: “accidenti che bello! Se ci fosse il modello lo comprerei subito”.

Chiacchierando poi con l’amico Diego, che conosce tutto quanto esiste nel settore della produzione modellistica, mi ha detto: guarda che c’è una ditta che lo fa… A quel punto gli ho detto: “procuramelo!”.

Quando è arrivato ho pensato che fosse in scala 1/48, tanto è grande come dimensioni e invece è in 1/72. Il modello riproduce un prototipo russo del 1953 pensato per l’attacco al suolo. Il primo prototipo aveva il muso diverso, molto più elegante, tutto chiuso su cui era installato l’armamento di 6 cannoni da 23 mm, mentre le prese d’aria erano in posizione mediana, sui fianchi alla radice delle ali.

Durante le prove di tiro però si constatò che i fumi dei cannoni venivano risucchiati dalle prese d’aria dei motori e causavano il loro malfunzionamento (fino anche allo spegnimento); fu così deciso di modificare radicalmente la forma del muso, arrivando a questa conformazione finale.

I cannoni furono ridotti a quattro nelle radici alari e 1 posteriore comandato a distanza da un operatore posto dietro il seggiolino del pilota. Ne furono prodotti sei esemplari e poi il progetto venne abbandonato.

 

IL KIT

Il modello della Amodel, come detto, è di ragguardevoli dimensioni e le stampate, in negativo, non sono male. La fusoliera è suddivisa in tre tronconi: muso due metà in orizzontale, motori due metà in orizzontale e la fusoliera divisa a metà in verticale; ci sono poi semiali, quindi la deriva, i timoni di profondità e in coda alla fusoliera la torretta sferica con l’arma da 23 mm.

Sulle semiali ci sono le quattro alette anti-scorrimento, da assottigliare assolutamente, mentre i due abitacoli sono praticamente spogli: solo i seggiolini e un simulacro di cruscotto. Comunque, una volta messi i tettucci non si vede praticamente niente dell’interno.
Nelle prese d’aria c’è una riproduzione delle turbine sul fondo e sugli scarichi è praticamente tutto chiuso con una riproduzione del cono di scarico, orribile. I carrelli e le ruote non sono male.

 

IL MONTAGGIO

Il montaggio non è stato malvagio ma ha richiesto stuccature a go-go, specialmente sull’unione fusoliera superiore con il troncone “prese d’aria/parte terminale con scarichi. Non bisogna dimenticare di appesantire, parecchio, il muso con dei piombini.

Sugli scarichi ho fatto un minimo di miglioramento con un tubetto di adeguate dimensioni, e sul fondo, con filo di rame, ho fatto due anelli collegati da un triangolo, sempre in rame. Ho tenuto il cono di scarico e tenuto sul tubetto sempre con un triangolo di filo di rame.

La parte peggiore però sono i tettucci: non corrispondono alle misure della fusoliera: sono più alti e più larghi, bisogna lavorare di lima e carta vetrata, cercando di non rovinarli.     Una volta montato e stuccato per bene, specialmente i tettucci, ho levigato e ripassato le incisioni prima di passare alla verniciatura.

 

LA VERNICIATURA

Essendo un prototipo è tutto in metallo naturale, di varie tonalità.
Ho dato un fondo grigio uniforme medio e mascherato i vari pannelli usando lo stesso grigio di fondo schiarito, più volte col bianco e poi col nero più volte.
Terminate le mascherature, lavoro lungo, ho passato l’alluminio Alclad in modo uniforme e molto leggero, osservando via via l’effetto, fino a quando non mi è sembrato adeguato.

Una volta asciugato ho steso il lucido Alclad Aqua Gloss, posizionato le uniche decals (8 stelle) per poi rifinire con un opaco sempre Alclad. Successivamente ho posizionato i carrelli e i portelli, finendo con la riproduzione dei quattro cannoni alari e il posizionamento della torretta caudale.

Nel complesso, una volta finito, si presenta un bel modello, elegante nelle sue linee nonostante le prese d’aria da… “doppietta”.

Gianni Besenzon
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