GIORNATA AL 4° STORMO CACCIA INTERCETTORI “AMEDEO D’AOSTA” DI GROSSETO

0
6234

Giovedì 08/10/2009 – Grosseto.
Levataccia alle ore 3.30 del mattino ed incontro sucessivo con il nostro presidente: appuntamento con il club Frecce Tricolori di Bergantino (RO) all’uscita dell’autostrada di Occhiobello, ridente cittadina dell’alto ferrarese o basso polesine che dir si voglia.
Dopo i saluti di rito partenza per la Maremma per visitare il 4° Stormo Caccia di Grosseto, nido dei nuovi EFA Typhoon.
Il viaggio è stato senza storia: traffico scorrevole e piacevoli chiaccherate con Graziano per ammazzare il tempo, anche perchè i nostri accompagnatori hanno aspettato ad arrivare dopo Siena per una pausa caffè. Comunque l’arrivo alla base è stato un po’ ritardato vista una perdita di orientamento delle nostre guide giustificata poi dall’errata programmazione del navigatore satellitare…bah!
Ed ecco finalmente l’ingresso dell’aeroporto da dove sbuca, seminascosta dagli alberi, l’inconfondibile sagoma di un glorioso F.86 Sabre che fa ovviamente da gate guardian, anche se un po’ defilato . Dopo la consegna dei pass ed il saluto di rito alla bandiera di guerra dello stormo ed al comandante della base, ci siamo diretti verso le infrastrutture principali dove svettavano ben due F104 dipinti con lo “special color” del 9° gruppo caccia e del 20° gruppo addestramento operativo: voi sapete che non sono un’amante dello spillone, quindi non aggiungo commenti ulteriori a parte il fatto che erano dipinti molto bene.
Si prosegue e si arriva all’hangar manutenzione dove sostano due Typhoon un monoposto ed un biposto: vista la promisquità di pannelli aperti ovviamente si scatenano le fotografie da ogni angolazione possibile. L’aereo colpisce soprattutto per le notevoli dimensioni, a mio avviso una via di mezzo tra F15 ed F16, ma forse con un tocco di aggressività in più datogli dall’ala a delta (dalla superficie di 55 mq!) e dalle alette canard che effettivamante, in posizione di riposo, ricordano le orecchie di un elefante:da li probabilmente il nomignolo di Elefighter visto poi, quando siamo andati a mangiare un boccone, su un simpatico disegno collocato allo spaccio degli specialisti di terra dell’aeroporto assieme a vari memorabilia.
Aspettando l’attività di volo, visitiamo la sede del 20° Gruppo OCU dove avviene l’addestramento dei futuri piloti di EFA dove ci accoglie un simpatico maresciallo che ci illustra con dovizia di particolari il bellissimo simulatore di volo dell’EFA fornito dall’Alenia provvisoriamente in attesa dell’arrivo di quello definitivo che dovrebbe essere addirittura strepitoso. Dalle spiegazioni ricevute si può evincere che il velivolo è estremamente sofisticato (70 computer nella pancia non so se mi spiego!!) ed in grado di fronteggiare qualsiasi minaccia data da aeroplani potenzialmente ostili (vedi Mig 29 o Su 27-37).
Il tempo era poco e solo uno di noi (non io maledizione!!) ha potuto cimentarsi nel pilotaggio virtuale.
Andando verso la pista si sente l’inconfondibile odore di carburante JP8 e iniziamo a sentire il sibilo dei motori Eurojet: ci siamo! I Typhoon iniziano la loro attività. Si susseguono decolli e innumerevoli “touch an go” che evidenziano le doti dell’aereo: arrampicate in candela alla massima potenza, virate strettissime e come tutti i canard un’eccezionale comportamento a bassa quota. Ci ha inoltre deliziato di una piccola esibizione, per l’immensa gioia di uno dei nostri accompagnatori, anche l’Eurofighter “special color” 10000 ore, ovvero un normale Eurofighter grigio con coda blu fregiata dal cavallino del 9° e con le firme di piloti e specialisti che hanno contribuito a questo primo traguardo. Visita sucessiva al 9° gruppo caccia che ci ha ospitato in una sala ritrovo arredata con diverse suppellettili ricavate da parti Starfighter: notevoli i seggiolini Martin Baker attorno al tavolo costituito da una copia esatta dei piani di coda del 104 . Breve parentesi storico-tecnica tenutasi presso una sala proiezione, dove oltre alla storia del gruppo ci sono state ulteriormente descritte le innumerevoli qualità del nuovo EFA, paventando un probabile futuro della macchina anche come caccia-bombardiere. Grazie alle conoscienze dei nostri accompagnatori siamo potuti andare a visitare gli shelter appositamente costruiti per il nuovo caccia, nel frattempo un continuo susseguirsi di decolli ed atterraggi con tanto di parcheggio esattamente di fronte a noi: posso anche dire di aver toccato il “culo” all’EFA dopo 10 minuti dall’atterraggio ed era freddo! La giornata volge al termine e dopo i giustificati ed interminabili saluti ce ne torniamo a casa indubbiamente felici e contenti della giornata, passata ad ammirare la punta di diamante della nostra presente e futura difesa aerea.

Stefano “Tomcat” Cozza