Altamira

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Altamira - Gianluca Giora

ALTAMIRA

scultura e realizzazione di Gianluca Giora

Altamira - Gianluca Giora

 

I dipinti rupestri delle grotte di Altamira mi hanno sempre affascinato, sono la prima espressione dell’arte umana.

Non parlerò di date o descrizioni dettagliate, sono informazioni che si possono trovare facilmente; credo sia più importante parlare di ciò che suscitano in me quando li vedo.

Dicono che quando Picasso le visitò abbia detto “Dopo Altamira, tutto è decadenza”, ed effettivamente a pensarci bene non aveva tutti i torti.

I dipinti di Altamira sono il primo esempio di chiaroscuro e di prospettiva nella storia umana e se pensiamo che sono stati fatti 20.000 anni fa, ciò che per noi è ovvio e banale, a quel tempo sono convinto fosse qualcosa di magico e incredibile.

Da quel momento, in cui un uomo ha pensato di mescolare e diluire il colore per creare diverse sfumature e profondità, tutto è cominciato. I grandi pittori della storia e anche noi nel nostro piccolo siamo gli eredi di quell’uomo scimmiesco che ha pensato “…proviamo!” ed ancora oggi usiamo le sue tecniche.

Sono anche sicurissimo che il primo uomo scimmiesco che ha visto il lavoro finito (l’artista non lo fece vedere ad una donna per prima perché si sarebbe sentito rispondere “e tu giochi con i colori quando ci sono ancora le pelli di mammuth da stendere?”) tra un grugnito e l’altro abbia pensato “sembra vero!”.

LA RIPRODUZIONE

Venendo al mio piccolo tributo a quel primo grande pittore, una sera stavo riguardandomi “La guerra del fuoco”, un vecchio film di Annaud e mi sono detto “mah… proviamo!”.

Le pitture rupestri delle grotte sono state datate tra i 24.000 e i 14.000 anni fa circa quindi in teoria con l’homo sapiens quale occupante delle caverne, ma è anche vero che l’uomo di Neanderthal è datato tra i 130.000 e i 20.000 anni fa…

Dato che il Neanderthal non si è estinto dal lunedì al martedì, secondo la mia logica in 4000 anni di convivenza ne sono successe di cose! Quindi ho deciso di scolpire un volto a metà tra il Sapiens ed il Neanderthal… il figlio di un figlio di un figlio di una coppia mista diciamo.

E qui mi sono inimicato tutti gli storici…mi difendo dicendo che è una teoria mia, plausibile come molte altre. Ricreare attraverso i nostri modelli la realtà storica (prima dell’avvento della fotografia almeno) sono convinto sia impossibile; quindi, ognuno si crea un’immagine idealizzata in testa e dipinge il modello come più gli piace.

Per quanto mi piacciano i napoleonici a cavallo, dopo 3 minuti di cavalcata, tra il tuo sudore e quello del cavallo e la terra alzata, i calzoni sono tutto fuorché bianchi… eppure, ci passo sopra volentieri davanti alla bellezza del pezzo: fatelo anche voi con il mio Altamira.

L’ho fatto glabro, un po’ perché mi piaceva l’idea che ognuno potesse fargli la capigliatura che preferisce, aggiungendo ossa, capelli o quant’altro e un po’ per differenziarlo dagli altri uomini pelosi animaleschi della tribù…alla fine lui era il creatore di immagini, il cantastorie, lo sciamano…

Lo sappiamo tutti: siamo artisti e creatori è per questo che piacciamo tanto alle donne, dobbiamo spiccare dalla massa!

LA COLORAZIONE

Come pittura volevo dare l’idea che fosse al buio dentro una caverna; quindi, un’ombra nera alle spalle e una luce rossa riflessa di un piccolo fuoco che illumina la “zona di lavoro”. Ho usato i pigmenti rossi e arancioni dayglow della Pk-pro per avere quell’effetto di bagliore un po’ tremolante, sono pigmenti che assorbono la luce e quindi diventano molto luminosi.

Per il “graffito”, il bufalo, che è anche il disegno più famoso delle grotte, essenzialmente ho fatto come il mio predecessore di 20.000 anni fa: pigmenti ocra e terre picchiettati sulla Parete, in alcuni punti leggermente diluiti con acqua.

Gianluca Giora (vedi gli altri articoli con Gianluca)